
Zarathrusta e il nano, cm 50×100, acrilico su tela,
DENISE MASTEL
Denise Mastel offre una sintesi vibrante del suo lungo e articolato cammino artistico, coniugando esperienza formale, visione simbolica e tensione esistenziale. L’opera è una narrazione metafisica in forma pittorica, dove figura e astrazione, colore e linea, corpo e pensiero si fondono in una costruzione visiva di forte impatto. Il titolo stesso, esplicitamente nietzschiano, evoca il celebre passo di “Così parlò Zarathustra” in cui il protagonista incontra il “nano”, simbolo della razionalità limitante, del pensiero che semplifica e pesa, ostacolando la libertà dello spirito. In questa chiave interpretativa, la tela si fa scena mentale: i due personaggi, ridotti a forme essenziali e sinuosamente deformate, dialogano in una geometria emotiva, sospesi tra i pieni e i vuoti, tra superfici piatte e tensioni lineari.L’uso del colore è emblematico della poetica di Mastel: rossi intensi, ocra, rosa e neri costrui scono uno spazio plastico ma anche psicologico. Il sole giallo, solitario e perfetto, in alto a sinistra, assume il ruolo di presenza astrale o simbolo della coscienza, mentre le figure antropomorfe sembrano partecipare a un rito enigmatico, in un equilibrio precario tra seduzione e conflitto. Il disegno spezzato e fluido, dai contorni netti, richiama la tradizione del modernismo europeo, ma con una cifra personale, dinamica, che guarda oltre il tempo e le mode. In quest’opera si ritrova la grande forza dell’autrice, formatasi attraverso decenni di sperimentazione in ambito pittorico e design, in contesti italiani e internazionali. La sintesi visiva che Denise Mastel persegue non è mai statica, ma frutto di un pensiero che evolve, sedimenta e si rinnova. La sua lunga attività espositiva, culminata in importanti presenze istituzionali (come al Parlamento Europeo), testimonia una pratica artistica matura, capace di attraversare i linguaggi e reinterpretarli con libertà. Zarathrusta e il nano è un’allegoria esistenziale, un invito alla riflessione sulla dualità del pensiero umano. L’artista ne fa il campo visivo in cui confluiscono la filosofia, il simbolismo e la ricerca estetica. Ed è proprio questa capacità di combinare complessità e sintesi, astrazione e figura, a rendere il lavoro di Denise Mastel un contributo significativo e riconoscibile nel panorama dell’arte contemporanea europea.
In Zarathrusta e il nano, Denise Mastel presents a metaphysical narrative where figuration and abstraction, color and line, body and thought merge into a striking visual construction. Inspired by Nietzsche’s Thus Spoke Zarathustra, the work stages the encounter with the “dwarf,” symbol of limiting rationality, through two essential, deformed figures engaged in a tense, symbolic dialogue. Intense reds, ochres, pinks, and blacks create a psychological as well as pictorial space, while a solitary yellow sun evokes consciousness or astral presence. Drawing on European modernist traditions yet marked by her dynamic personal style, Mastel transforms the canvas into an existential allegory that reflects decades of artistic research. Her practice—shaped by international experiences and institutional recognition, including exhibitions at the European Parliament—reveals an artist capable of fusing philosophy, symbolism, and aesthetic inquiry into a distinctive and enduring voice within contemporary art.