
Corazon, cm 12×19, terracotta policroma
KARLA DE LARA
Nel cuore pulsante dell’iperrealismo pop, Karla De Lara scolpisce non soltanto la materia, ma la memoria collettiva e il sentimento umano. In un’epoca in cui l’arte rischia spesso di perdersi nella superficie dell’estetica, Karla De Lara imprime nelle sue opere una profondità simbolica che attraversa il tempo e lo spazio, affondando le radici nella tradizione messicana e aprendosi alla narrazione universale. Con Corazon, l’artista dimostra ancora una volta come il suo linguaggio – pur noto al grande pubblico per il cromatismo vibrante dell’iperrealismo pop – sia capace di trasformarsi e di farsi materia viva, ancestrale, viscerale. Questa scultura in terracotta policroma non è una semplice rappresentazione anatomica: è un totem, un’arca di emozioni primordiali, un oggetto carico di mitologia contemporanea. L’opera si presenta come un cuore umano, ricco di dettagli crudi, ruvide aperture vascolari, superfici dinamiche che sembrano ancora pulsare sotto la smaltatura. Il colore, pur attenuato rispetto al registro usuale di De Lara, non scompare: viene interiorizzato. Le tonalità fumose, tra il nero, il grigio e il bianco marmorizzato, suggeriscono una dimensione metafisica. È il cuore non solo come organo, ma come simbolo dell’esistenza, luogo della passione, del dolore, della memoria e della resistenza. Le venature, quasi casuali nella loro disposizione, evocano le stratificazioni della vita: un percorso segnato da traumi, esperienze, cicatrici – tutte accolte e sublimate nella forma plastica. In Karla De Lara convivono due anime: quella della narratrice e quella della visionaria. Corazon nasce dall’intersezione di queste due forze. L’artista non modella un oggetto, ma racconta una storia: la storia dell’uomo contemporaneo, frammentato ma ancora capace di sentire, di provare, di amare. Il cuore, privato della sua funzione biologica, diventa emblema spirituale. Rappresenta il centro simbolico da cui si dipartono tutti gli elementi della sua poetica: la tradizione, la narrazione, la tensione tra realtà e visione. L’opera è anche un atto di coraggio: un invito a guardare dentro, a confrontarsi con ciò che non è patinato né spettacolare. Karla De Lara, con la sua consueta maestria, riesce a dare forma all’invisibile, a rendere tattile l’emozione, tangibile la spiritualità. Non si tratta di un’opera decorativa, bensì di un oggetto di meditazione. Il cuore, così rappresentato, è memoria archetipica e respiro del presente. Il suo linguaggio – contaminato, contemporaneo, colto eppure diretto – riconferma la sua posizione centrale nell’arte dell’America Latina. Corazon è un’opera che pulsa al ritmo di una civiltà millenaria, ma che parla anche all’uomo di oggi, smarrito e alla ricerca di un centro emotivo autentico.