Vice, cm 80×80, tecnica mista

LAURA TURCAN

Con Vice, Laura Turcan firma un’opera intensa e provocatoria, capace di trasformare un’immagine potente in una riflessione lucida sulla fragilità dei valori contemporanei.
Il fulcro della composizione è un asso di picche: simbolo ambivalente, storicamente associato alla morte e oggi emblema di potere, lusso e sfida. Ma la sua forza grafica non è mai fine a sé stessa: diventa piuttosto il veicolo di un messaggio profondo, che interroga il rapporto tra etica e desiderio, tra ciò che appare e ciò che corrompe. Turcan utilizza la tecnica mista come strumento concettuale: la tridimensionalità dei materiali, le superfici scolpite, il contrasto cromatico tra l’oro abbagliante della bottiglia di champagne e il viola denso dello sfondo costruiscono una tensione visiva che è anche tensione morale. Nulla è lasciato al caso. La materia parla, incalza, denuncia. In questo scenario simbolico, l’oggetto del piacere – la bottiglia dorata – si trasforma in oggetto di culto, ma anche di condanna: inglobato in una struttura opprimente, non celebra, ma consuma. Brilla, sì, ma inganna. Seduce, ma logora. È l’illusione del lusso che si fa trappola, estetica che si rovescia in critica. Turcan indaga il vizio non come semplice deviazione morale, ma come meccanismo sociale interiorizzato, dove ciò che è tossico diventa desiderabile e ciò che distrugge si maschera da successo. È una seduzione che promette piacere ma lascia vuoto. Laura Turcan, artista moldava dalla visione limpida e visionaria, rielabora il proprio vissuto – fatto di sogni infranti, resilienza, memoria – in una narrazione universale. La sua cifra stilistica è introspettiva, ma mai autoreferenziale: sa parlare al tempo presente con rigore compositivo e impulso emotivo. Vice non urla. Ma scolpisce nel silenzio di ogni superficie una denuncia profonda dell’effimero. Dimostra che l’arte, quando è sincera, non è evasione, ma necessità. E che solo chi ha attraversato la vertigine del desiderio può raccontarne la deriva con tanta potenza e lucidità.

In Vice, Laura Turcan delivers an intense and provocative work that turns a striking image into a lucid reflection on the fragility of contemporary values. At its core stands the ace of spades—an ambivalent symbol tied to both death and power—set against the glitter of a golden champagne bottle and the deep violet of the background. Through mixed media, Turcan creates not just visual tension but moral tension: the object of pleasure becomes an object of worship and, at the same time, condemnation. Shining yet deceptive, seductive yet corrosive, it embodies the illusion of luxury as a social trap. Moldovan by origin and shaped by resilience and memory, Turcan transforms personal experience into universal narrative. Vice does not scream; it carves its critique into every surface, proving that true art is not escape but necessity.