La mente e i suoi spazi, cm 52×70, tecnica mista su tela

MARCO BETTOCCHI

Marco Bettocchi ci guida in un viaggio silenzioso ma vibrante nei recessi della psiche, dove la pittura diventa non più solo mezzo, ma esperienza tattile, quasi liturgica, del pensiero. L’opera realizzata con tecnica mista su tela, si presenta come una mappa interiore, stratificata, porosa, sospesa tra l’astrazione e l’eco lontana di una figura che sembra affiorare e dissolversi allo stesso tempo. In questo lavoro, Bettocchi non dipinge: costruisce. Sovrappone, incide, lacera e ricompone la materia pittorica come fosse pelle, memoria, tempo. I frammenti di stoffa, carta, pigmento e colla non sono solo elementi visivi ma strumenti drammaturgici di un racconto che non ha bisogno di parole. L’opera si legge come un palinsesto emotivo in cui il volto, appena accennato, emerge dalla superficie come un’apparizione fragile, quasi spirituale. Non è un ritratto, ma la rappresentazione dell’idea stessa dell’identità, mutevole, complessa, stratificata. Il cromatismo, pur nella sua sobrietà terrosa, è segnato da squarci improvvisi di luce: bianchi, arancioni, rosa spenti e neri tracciano una mappa emotiva, in cui il segno – spesso nervoso, graffiato – diventa linea di confine tra ciò che è visibile e ciò che è solo suggerito. La tensione tra ordine e caos, tra costruzione e disgregazione, tra figura e astrazione, attraversa tutta la superficie, trasformando la tela in uno spazio mentale vivo, pulsante. Bettocchi sembra qui farsi tramite di una memoria archetipica, dove ogni frammento di materia è anche un frammento di coscienza. Il titolo dell’opera, La mente e i suoi spazi, non è una semplice indicazione concettuale, ma una chiave interpretativa potente: siamo di fronte a un’indagine sul sé, una topografia interiore in cui lo spettatore è invitato a perdersi per ritrovarsi, riconoscendo nel volto scomposto dell’opera i propri territori emotivi, le proprie zone d’ombra, i propri squarci di luce. Questa pittura non si consuma in un solo sguardo: richiede tempo, attenzione, ascolto. È un’opera che pulsa di vita propria, in cui la materia non è solo mezzo, mamessaggio. In essa si riflette pienamente la maturità espressiva di Bettocchi, artista capace di fondere sensibilità architettonica, profondità esistenziale e libertà formale in una visione poetica potente e personale.

In La mente e i suoi spazi, Marco Bettocchi transforms painting into a tactile, almost liturgical exploration of thought. Using mixed media on canvas—layers of fabric, paper, pigment, and glue—he constructs rather than paints, creating a stratified surface where a fragile, elusive face seems to emerge and dissolve at once. The work reads as an emotional palimpsest, a meditation on identity as mutable and layered. Earthy tones are pierced by sudden flashes of light—whites, oranges, muted pinks, and blacks—while scratched and incised marks trace the boundaries between order and chaos, figuration and abstraction. The result is a living mental space, where matter itself becomes message. With La mente e i suoi spazi, Bettocchi affirms his mature expressive vision: a poetic fusion of architectural sensitivity, existential depth, and formal freedom.