
Sapienza del desiderio cm 80×30, bronzo patinato a fuoco, finitura color nero con patina dorata
MARILINDA BRIA
Artista forgiata nella classicità fiorentina e nutrita da una solida formazione accademica e umanistica, Marilinda Bria incarna l’essenza di una scultrice che coniuga rigore tecnico e profondità filosofica. La sua pratica, nata dall’insegnamento dello scultore Salvatore Cipolla e maturata nel crogiolo culturale di Firenze e Pisa, si radica in un dialogo continuo tra forma e pensiero. In lei, la materia si fa carne pensante, vibrazione tattile di una riflessione sull’umano. Il bronzo, da sempre simbolo di eternità e resistenza, si trasforma sotto le sue mani in un organismo vivo, sensibile al battito interiore dell’anima. La sua opera Sapienza del desiderio si presenta come un emblema verticale, una sorta di spina dorsale della coscienza: un asse interiore che sorregge l’esperienza umana nella sua duplice tensione tra istinto e consapevolezza. Il titolo stesso cela una dicotomia rivelatrice: da un lato la “sapienza”, principio razionale, lucido, sedimentato dall’esperienza e dal tempo; dall’altro il “desiderio”, impulso viscerale, irrazionale, primigenio. Eppure, questi due poli non si escludono, ma si abbracciano in uno slancio ascensionale che è tanto tensione spirituale quanto espressione carnale. La composizione, slanciata e sinuosa, pare catturare un moto verticale che ricorda una fiamma, un grido silenzioso che si innalza verso l’alto. Le curve fluide, i picchi e le pieghe della scultura parlano di metamorfosi, di un’energia che attraversa la materia. Il bronzo patinato a fuoco, con finitura color nero e patina dorata, racconta anch’esso una storia: la luce che nasce dall’ombra, la nobiltà che sorge dalla prova, la verità che emerge dall’inconscio. Il gioco cromatico tra oro e nero allude alla dualità alchemica tra luce e tenebra, spirito e materia, mente e corpo. Bria, erede della grande tradizione plastica italiana, non si limita a modellare forme: essa scolpisce simboli. Ogni elemento formale è carico di significato. I due slanci laterali, simili a braccia arcuate o corna vegetali, evocano un duplice gesto: accogliere e difendersi, radicarsi nella terra e contemporaneamente protendersi verso il cielo. Il corpo centrale, sottile e vibrante, sembra invece il frutto di una tensione compressa, di una forza interiore che ha trovato la sua via d’uscita nella verticalità. È il desiderio, disciplinato dalla sapienza, che ha preso forma. Nella poetica di Marilinda Bria, la scultura non è mai muta né semplicemente decorativa. È pensiero incarnato, meditazione scolpita, riflessione spaziale. Le sue opere non si contemplano soltanto con lo sguardo, ma si ascoltano con la sensibilità profonda, con quella parte interiore che riconosce nel segno plastico una risonanza esistenziale.
In Sapienza del desiderio, Marilinda Bria—sculptor shaped by Florentine classicism and a rigorous academic background—unites technical mastery with philosophical depth. Trained under Salvatore Cipolla and matured between Florence and Pisa, she transforms bronze into living matter, a tactile vibration of human reflection. The vertical, flame-like form embodies the duality of wisdom and desire: reason and instinct, spirit and body, darkness and light. Patinated bronze in black and gold accentuates this alchemical tension, turning the sculpture into a symbolic spine of consciousness, both grounded and ascensional. Bria, heir to the Italian sculptural tradition, does not merely shape forms—she sculpts symbols. Sapienza del desiderio stands as an emblem of transformation, where sculpted matter becomes incarnate thought and spiritual resonance.