Saffo … con una fronda di mirto giocava, cm 90×90, tecnica mista, oro e vetro soffiato

SERENA LA SCOLA

L’opera di Serena La Scola è un affondo poetico e visionario nell’archetipo femminile della parola e dell’eros, un tributo moderno e raffinato alla grande poetessa dell’antichità. L’artista, con la sua solida formazione accademica e una sensibilità maturata nel tempo tra pittura e ceramica, elabora un linguaggio visivo simbolico, colto e profondamente lirico, dove le forme diventano versi e i materiali raccontano stati dell’anima. La tela è dominata da un volto enigmatico, bifronte, intensamente espressivo, come sospeso tra luce e ombra, tra razionalità e istinto. La scelta della tecnica mista consente a La Scola di costruire una superficie vibrante: pigmenti, foglia d’oro, vetro soffiato si mescolano come elementi di un alfabeto antico e insieme contemporaneo, in grado di evocare la sensualità e il mistero della figura saffica. Il fondo oro richiama la tradizione iconografica bizantina, ma qui è desacralizzato e restituito alla carne, al sangue, alla voce. Non c’è rigidità nella composizione, bensì un continuo scambio tra il sacro e il profano, tra la materia e il simbolo. La fronda di mirto – pianta sacra ad Afrodite e simbolo dell’amore – si intreccia ai rossi intensi della composizione, evocando un eros che non è solo desiderio, ma forza creativa, sorgente poetica, tensione verso il divino.L’occhio, reso con un tratto fortemente espressivo, osserva e si fa osservare. È lo sguardo della donna che ama, che scrive, che vive. Ma è anche quello dell’artista che, come Saffo, ricostruisce con frammenti un discorso eterno sul femminile, sulla bellezza, sulla fragilità e sulla potenza. I frammenti sparsi che punteggiano il volto e lo sfondo sembrano alludere ai versi sopravvissuti della poetessa di Lesbo, lacerti di eternità che Serena La Scola raccoglie e reinterpreta con spirito contemporaneo. Questa opera è anche testimonianza della profondità culturale e spirituale dell’artista, che non a caso partecipa attivamente a percorsi di formazione sull’arte sacra. In Saffo convivono il mito e la modernità, la sapienza tecnica e la libertà dell’intuizione, in un equilibrio sapientemente orchestrato tra pittura e materia. Saffo… con una fronda di mirto giocava è un dialogo intimo con la figura della donna come custode di bellezza e conoscenza, come origine e come destino. È un’ode visiva che, attraverso il filtro della memoria, restituisce al presente una voce antica, rendendola nuova, viva, necessaria.

In Saffo… con una fronda di mirto giocava, Serena La Scola offers a poetic and visionary meditation on the female archetype of word and eros, paying refined homage to the ancient poetess. Trained in painting and ceramics, she develops a symbolic and lyrical visual language where pigments, gold leaf, and blown glass intertwine like fragments of an ancient yet contemporary alphabet. The enigmatic bifrontal face, suspended between light and shadow, embodies the duality of reason and instinct, sacred and profane. The myrtle—sacred to Aphrodite—appears alongside deep reds, evoking eros as creative force and poetic source. Fragments scattered across the composition recall Sappho’s surviving verses, reimagined here with modern sensibility. With Saffo, La Scola unites myth and contemporaneity, technical mastery and intuition, creating a visual ode that restores an ancient voice to the present, alive and necessary.